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Nell’antichità, le feste in onore di Giano (che oltretutto era anche il dio delle porte e di tutti i passaggi) si svolgevano nei giorni del solstizio d’estate e del solstizio d’inverno. Come a confermare le antiche tradizioni, vicino alla basilica Lateranense, nel XVI secolo nelle mura Aureliane fu creata una porta, alla quale venne dato il nome di… Porta di San Giovanni.

Ma diamo un’occhiata più attenta alle varie allusioni esoteriche.

La celebrazione del giorno di Giovanni Battista coincide con il solstizio d’estate. Nell’antica Roma in quel giorno si celebrava la festa della dea della fortuna, Fors Fortuna, l’adorazione della quale era vietata negli altri giorni. I romani credevano che in questo giorno si fondessero il mondo reale e quello soprannaturale50. La festa pagana di Ivan Kupala in Russia, che ha perso il prorio nome originale negli annali della storia, è diventata l’analogo della celebrazione della nascita di Giovanni Battista in tutti i paesi dove si professa la religione cristiana. Bisogna anche sottolinaere, che egli è l’unico santo, oltre alla Vergine Maria, ad essere celebrato nel giorno della sua nascita e non della sua morte.

Secondo le credenze popolari, in questo giorno l’acqua e il fuoco stringono un’alleanza, dalla quale scaturisce una forza mistica. Nel medioevo, durante la notte del solstizio d’estate, nei campi vicino alla basilica Lateranense venivano appiccati fuochi, nel fumo dei quali si potevano intravvedere le sagome delle streghe che volavano. Con il termine streghe i romani intendevano le malvagie figure bibliche di Erodiade e Solomè. Secondo la leggenda, le due donne, colpevoli della morte di Giovanni Battista, si pentirono delle prorie azioni e piansero dolorosamente sulla testa mozzata del profeta inondandola di lacrime. Dai loro lamenti e urla scaturì una tromba d’aria, che trasportò in alto le malvagie donne. Da quel dì, madre e figlia sono condannate ad un’eterno errare nelle correnti d’aria, e nella notte della celebrazione di Giovanni Battista le loro sagome potevano essere intraviste nel fumo dei fuochi che venivano accesi. La rugiada, che si formava la mattina dopo, somboleggiava le lacrime versate dalle due peccatrici, e secondo le credenze medioevali era un’ottimo rimedio contro l’infertilità.

Anche ai gironi nostri, ogni anno, il 23—24 giugno, in piazza Laterano si svolge l’allegra celebrazione della festa di San Giovanni, con la rituale consumazione di aglio e lumache, che secondo le credenze scacciano le forze oscure: il primo con il suo odore, le seconde con le proprie corna.

Anche durante l’inverno si celebra la festa in onore di un Giovanni. Il giorno del solstizio d’inverno nella chiesa cattolica coincide con la festa di San Giovanni Evangelista. Questa festa si celebra subito dopo il Natale, quando il sole comincia la sua incalzante marcia in alto e in avanti, diffondendo il sempre più chiaro bagliore divino sempre più lontano, come un predicatore che porta al mondo la «Lieta Novella».

La tradizione tende a sottolineare l’immacolatezza di Giovanni Evangelista, la sua particolare sacralità e dedizione che fanno dell’apostolo il più vicino a Gesù. Tra tutti gli apostoli, fu prorio Giovanni a diventare il più idoneo alla comprensione e alla preconizzazione dei più profondi segreti della fede, cosa che viene confermata dal suo vangelo nella «Apocalisse». Già dall’inizio del secondo secolo, quando i Vangeli vennero messi insieme e vennero diffusi come un’unica raccolta di quattro libri, i credenti cercavano di capire il motivo della differenza tra il vangelo di Giovanni e gli altri tre vangeli, che vennero chiamati sinottici51.

Gli autori del Vangelo spesso vengono rappresentati sotto forma di quattro animali, che l’autore della Rivelazione vede seduti attorno ad un trono (Rivelazione 4,7). Il simbolo dell’evangelista Giovanni è l’aquila, poichè di tutte le creature è l’unica che può guardare il sole senza il timore di venire acciecata. Giovanni ha lo sguardo più penetrante di tutti gli autori del Nuovo Testamento, cosa che gli conferiva l’accesso ai più grandi segreti, alla pura verità eterna e al pensiero di Dio.

L’identità di Giovanni è avvolta nel mistero. Ai suoi tempi, secondo una leggenda romana, l’imperatore Domiziano52 considerò l’apostolo immortale dopo inutili tentativi di ucciderlo vicino alla porta Latina di Roma, quando ne il veleno ne l’olio bollente gli arrecarono danno.

Giovanni Evangelista fu l’unico allievo di Gesù Cristo a morire per cause naturali in tarda vecchiaia, e il periodo finale della sua vita è circondato da leggende. Le parole di Cristo «Se voglio che egli rimanga finché io venga» (Giovanni 21,22.) rivolte all’apostolo, facevano pensare che Giovanni, così come Enoch, Melchisedec e Elia, si sarebbe miracolosamente conservato per l’imminente martirio durante l’avvento dell’anticristo che aveva già visto nella rivelazione sull’isola di Patmos.

Forse questo spiega la misticità della sua scomparsa: Giovanni esce dalla sua casa con i sette discepoli più vicini, si sdraia in una fossa e dice, rivolgendosi ai discepoli: «Fate uso della terra madre mia, ricorpitemi di essa!». I discepoli lo baciano, lo seppeliscono di terra fino alle ginocchia, lo baciano di nuovo, lo sepelliscono fino al collo, lo baciano un’ultima volta, dopodichè lo ricoprono interamente. Quando i cristiani di Efeso vennero a sapere di questa strana sepultura, scavarono nella tomba, ma la trovarono vuota.

L’autore della misteriosa e inquietante Apocalisse, Giovanni Evangelista, è il vangelista preferito degli gnostici ed è il patrono dei vari ordini segreti. Per questo, durante i secoli, la dimora Lateranense dei due Giovanni attirava non solo le persone semplici che credevano nella forza dei riti pomposi e delle sontuose processioni, ma anche chi cercava il significato segreto del creato.

LA BASILICA: DAL X SECOLO ALL’ERA CONTEMPORANEA

Come avevamo già detto, papa Sergio III ricostruì la basilica del Salvatore, che era stata danneggiata dal terremoto e la dedicò a Giovanni Battista.

Seguendo l’esempio dato, anche papa Giovanni XII (955—964) si dedicò al miglioramento della basilica. Nell’angolo sinistro della parte interna della facciata fu costruita la sagrestia,53 che occupò quel luogo fino al XVII secolo. Prorio lì si trovava la cosiddetta “ seggiola stercoraria» o Sedes stercoraria. Si tratta di una sedia con un foro nel mezzo, molto popolare nell’antica Roma. Ancora oggi non terminano i dibattiti sull’utilizzo di queste sedie: per facilitare il parto alle donne o per altre cerimonie di lunga durata. Una delle versioni, per esempio, presuppone che quando il papa si vestiva per la messa si sedeva su questa sedia, mentre un coro di canterini eseguiva il salmo 112 con le parole «il Signore… solleva l’indigente dalla polvere, dall’immondizia rialza il povero» (Suscitans de terra inopem, de stercore erigens pauperem). Un’altra versione indica al fatto, che durante le ispezioni i papi dovevano attenersi alle regole del sacerdozio indicate nell’Antico Testamento: “ Non entrerà nella comunità del Signore chi ha i testicoli schiacciati o il membro mutilato» (Deuteronomio 23:1). Molto più probabile è invece la versione, secondo la quale sedie di questo tipo venivano usate dai papi durante le lunghe cerimonie dove la loro presenza era obbligatoria, e nelle quali la sedia rendeva la vita molto più semplice ai pontefici, soprattutto a quelli che erano molto vecchi o malati.

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Примечания

1

Elice – costellazione dell’Orsa Maggiore, con il figlio, cioè la costellazione di Boote.

2

Nelle satire di Orazio «ab ovo» si usa nella combinazione «dall’uovo fino alle mele» (lat. ab ovo usque ad mala), cioè dall’inizio alla fine.

3

Vangelo (Greco εὐαγγέλιον – «lieta novella») – libro, o raccolta di libri nei quali viene descritta la vita di Gesù Cristo. Quattro vangeli canonici: Matteo, Marco, Luca, Giovanni, fanno parte del Nuovo Testamento.

4

Aventino, Viminale, Capitolino, Quirinale, Palatino, Celio ed Esquilino.

5

Lucio Domizio Aureliano, o Aureliano – imperatore romano dal 270 al 275.

6

Caliga – stivale del legionario

7

La leggenda narra che le prime mura difensive di Roma furono erette dal re Servio Tullio verso la metà del VI a.C.

8

Lettera pastorale dell’eremita anziano Filofei del monastero di Yelisarov al grande re di Mosca Vassiliy III Ivanovich.

9

Dall’altra parte del fiume Moscova.

10

Flavio Onorio Augusto o Onorio – primo imperatore dell’Impero Romano d’Occidente dopo la divisione dell’impero in Impero Romano d’Occidente e Impero Romano d’Oriente. Regnò dal 395 al 423.

11

Regione dell’Italia.

12

Le numerose combinazioni che si formano, non di rado sono avvolte da una specie di simbolismo mistico delle parole – la prima sillaba del toponimo «Moscva» – «mosc» (in italiano ricorda la parola «moscerini»)

13

Si tratta dell’insalata «Caesar salad» e del film «Caligula» del 1979)

14

Nerone Claudio Cesare Augusto Germanico, o Nerone – imperatore romano dal 54 al 68.

15

Tiberio Claudio Cesare Augusto Germanico, o Claudio I – imperatore romano dal 41 al 54.

16

Decimo Iunio Giovenale o Giovenale (c.ca. 60 – 127) – poeta satirico romano.

17

Giovenale. Satire. M.-L., 1937.

18

Lucio Settimio Severo – imperatore romano dal 193 al 211.

19

La prima caserma – Castra Priora Equitum Singularium si trovava nelle vicinanze, all’altezza dell’odierna via Tasso.

20

Marco Aurelio Valerio Massimiano Erculio o Massimiano – imperatore romano dal 285 al 305 (e usurpatore dal 306 al 308 e 310).

21

Gaio Aurelio Valerio Diocleziano o Diocleziano – imperatore romano dal 284 al 305.

22

Dal greco tετραρχία – governo a quattro.

23

Militare russo cosacco, comandante in capo delle truppe russe che invasero il khanato di Sibir tra il 1579 e il 1585, esploratore della Siberia.

24

Flavio Galerio Valerio Licinio o Licinio, imperatore romano negli anni 308—324.

25

Gaio Galerio Valerio Massimiano o Galerio, imperatore romano negli anni 293—311.

26

L’entrata si trova sull’omonima piazza dalla parte di Via Ludovico di Savoia, 4.

27

1783—1852, poeta e traduttore russo.

28

1812—1887, critico letterario e storico russo.

29

P.V. Annenkov. Ricordi letterari. Mosca, 1960.

30

Scultura di bronzo del santo Francesco D’Assisi e dei sui 5 discepoli, realizzata da Giuseppe Tonnini nel 1926.

31

Vescovo, (dal greco επίσκοπος – sorvegliante) – massima carica religiosa della chiesa. Il vescovo è il successore degli apostoli, avente la facoltà di celebrare tutti e sette i sacramenti della chiesa, e che riceve nell’ordine sacro la benevolenza dell’arcivescovato – amministrazione della chiesa.

32

Patriarca (dal greco Πατριάρχης, dal greco πατήρ – «Padre» – e ἀρχή – «dominio, inizio, potere»). Titolo che storicamente, prima del Grande Scisma del 1054, veniva conferito ai sei vescovi della chiesa cristiana (di Roma, di Antiochia, di Costantinopoli di Alessandria di Gerusalemme e di Bulgaria), che avevano il potere della più alta giurisdizione clerico-statale nelle chiese che amministravano.

33

Marco Aurelio Antonino o Marco Aurelio – imperatore romano negli anni 160—180.

34

(lat. triclinium, sala da pranzo con tre giacigli, dal greco τρεῖς, τρία – tre + Κλίνη – letto, giaciglio) – sala per banchetti, mensa.

35

Compravendita di gradi della gerarchia clericale, sacramenti e relique religiose. Dal nome di Simone, il mago che secondo la leggenda voleva comprare dagli apostoli il dono di compiere miracoli.

36

Enrico V (1086 – 1125) – re della Germania dal 1106, imperatore del Sacro Romano Impero dal 1111.

37

Lotario II (1075 – 1137) – re della Germania dal 1125, imperatore del Sacro Romano Impero dal 1133.

38

Architrave (dal greco ἀρχι, «archi», su/sul, principale, e lat. trabs, trave). Elemento architettonico disposto orizzontalmente sopra due elementi portanti quali colonne, pali o aperture per porte o finestre.

39

Basilica Laternense – la più antica delle maggiori basiliche di Roma, tra le quali anche: la basilica di San Pietro in Vaticano, la basilica di San Paolo (San Paolo fuori le Mura) e la basilica di Santa Maria Maggiore.

40

La basilica Lateranense ha il prefisso «arci» («somma»), perchè dal giorno della sua consacrazione fino ad oggi è la cattedrale principale della diocesi romana. Questo vuol dire, che al suo interno si trova la cattedra (dal greco καθέδρα «sedile»; «sedia») del vescovo di Roma, e cioè il Papa.

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